La foto ritrae una monaca europea sorpresa da un’ondata imprevista su una costa Africana
La lettura della Esortazione Apostolica C’est la confiance in occasione del 150° anniversario della nascita della Santa Carmelitana e dottore della Chiesa, Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, che papa Francesco ha voluto posticipare al 15 ottobre, festa liturgica dell’altra Santa e Dottore Carmelitana, Teresa d’Avila, potrebbe ulteriormente e con vantaggio essere posticipata al 21 novembre, Giornata pro orantibus, ovvero per le claustrali.
Il messaggio che questa Esortazione vuole darci è piuttosto chiaro. Anzitutto, la piccola al posto della grande, che come sappiamo ha determinato la spiritualità contemplativa nei secoli della modernità. Tra le altre cose, la nostra Santa è chiamata solo 9 volte con il suo nome intero oppure Teresa, e 35 volte Teresina. Spiega l’Esortazione: La data della pubblicazione, memoria di Santa Teresa d’Avila, vuole presentare Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo come frutto maturo della riforma del Carmelo e della spiritualità della grande Santa spagnola.
Frutto maturo di una riforma e di una spiritualità. É assente però in questa lettera uno sviluppo della dottrina spirituale di Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo, che di per sé potrebbe essere molto interessante e che noi contemplative potremmo attendere.
La sua via dell’infanzia spirituale infatti potrebbe ricapitolare in sé, oltre alla spiritualità carmelitana, le scoperte di altri autori e mistici del IX e XX secolo, alcuni dei quali furono monaci, come Vitale Léhodey e il Beato Giuseppe Cassant. Ma potremmo evocarne altri, come l’Abate Marmion recentemente beatificato, con la nota filiale dominante la sua cristologia. La piccola via riassume forse le diverse note di una spiritualità filiale, modalità di sequela del Figlio di Dio incarnato, fatta di semplicità, abbandono, immolazione. Temi che possono evocare molti altri nomi, come quello del Beato Charles de Foucauld; ma anche ricollegare la nostra Santa a correnti spirituali precedenti, quali quella del Santo Abbandono, la devozione ai Cuori di Gesù e di Maria, dove l’umanità del Redentore è adorata e presentata nella sua valenza di Amore Redentore. Tutti temi che anche preludono ai molti pastorelli e visionari che a Lourdes, Fatima, La Salette hanno sempre più colorato di semplicità e di innocenza l’imitazione, la sequela e anche la confessione di Cristo, venendo in qualche modo a sostituire i molti pastori e dottori, martiri e confessori che i secoli ci avevano consegnati. Di tutto questo saremmo grate di sentir parlare da persone competenti in spiritualità.
Tuttavia in questa esortazione il Papa ha fatto la scelta di una unica sottolineatura: l’assoluta fiducia nella Misericordia Divina che accoglie presso di sé i peccatori. E dunque, per noi, l’amore, la carità, vissuto dapprima da Teresina nel suo piccolo mondo claustrale e ora splendente per tutti nella patrona delle Missioni.
Ricollegandoci al 21 novembre, possiamo trovare un accordo fra quest’unica nota e altre che vengono suonate e ripetute alle claustrali in questi giorni. In pochi giorni infatti chi scrive ne ha avuti tre echi perfettamente conformi. Iniziamo dalla giornata promossa dal dicastero per la vita consacrata, il collegamento on line di sabato 2 dicembre, cui hanno partecipato non pochi monasteri, quasi 150. Il collegamento prevedeva un saluto e un ringraziamento a sua Eccellenza Rev.ma Mons. Carballo, che però è mancato all’appuntamento, e a suor Giuseppina Fragasso. Le parole di quest’ultima, che piuttosto che lasciarsi ringraziare ha ringraziato tutti, a lungo, calorosamente, con affetto materno e carità dilatata, il suo sorriso, hanno riscaldato i cuori. Grazie, suor Giuseppina del suo lungo servizio, lei ci lascia l’esempio di una vera maternità ecclesiale!
Breve, brevissimo ma cordiale e incoraggiante anche il saluto del nuovo responsabile del SAM, il Padre Massimiliano Cocci, OFM. Ci ha salutate con il classico “siete i parafulmini della chiesa!”, ma soprattutto ci ha invitate a farci vive, manifestare le nostre difficoltà, esprimerci. Grazie, ne approfitteremo!
Il discorso d’occasione è stato invece tenuto da Padre Stefano Canuto, già noto come officiale della CIVCSVA. Non disponiamo di appunti, ma l’impianto del discorso era semplice, chiaro e incisivo: la vita claustrale in Europa è in difficoltà, i monasteri non hanno vocazioni. Le vocazioni abbondano invece in altri paesi, soprattutto in Africa. Aiutiamo dunque le sorelle Africane. Grazie a Dio oggi abbiamo superiore africane, che sanno come fare per rimediare gli errori fatti dalle fondatrici. Ci sono in Africa monasteri che hanno troppe vocazioni per la loro capienza, occorre costruire altri monasteri, sarebbe un vero peccato rimandare giovani chiamate dal Signore!
Lo stesso discorso è stato tenuto negli stessi giorni da un Vescovo a un convegno romano promosso dalle sorelle clarisse; inoltre da qualche superiore Generale di Congregazione; con toni un po’ differenti, a seconda dei casi, ma sempre invitando a distogliersi dall’Europa e a concentrarsi sull’aiuto all’Africa: quasi una parola d’ordine.
Con rispetto e profondo ascolto accogliamo la parola dei nostri ecclesiastici. Vorremmo tuttavia aggiungere che abbiamo una lunga esperienza dell’Africa e dei problemi dell’impianto della vita monastica in questi amati paesi.
Problemi che a tutt’oggi rimangono non sufficientemente compresi, non sufficientemente studiati. É vero che si sono fatti molti errori: ma non solo le povere brutte invecchiate e inadeguate monache claustrali li hanno fatti: diciamo tranquillamente che tutti, proprio tutti abbiamo preso e prendiamo molti abbagli accostando culture, che siano africane o orientali, che non conosciamo.
Sarà dunque necessario, dopo questo richiamo, poter riflettere, approfondire, prendendo in considerazione, se vogliamo, le urgenze dell’Africa ma anche tutto il problema della vita consacrata e claustrale nel suo complesso. Abbiamo avuto in questi anni una pluralità di documenti, direttive, provvedimenti dall’alto, che probabilmente hanno raggiunto il fine di svegliarci: ma rinnovamenti veri potranno nascere solo dall’interno, da una riflessione profonda nella preghiera sulle nostre esperienze, da un ascolto profondo, da un lavoro intenso per accogliere l’opera dello Spirito Santo.
Senza di questo: liquidiamo i beni e inviamo all’Africa…cosa? Non perdiamo i tesori più preziosi.
Ma finiamo con un sorriso: un po’ sorprendente in questo incontro è stata da un lato la presenza di tanti monasteri, dall’altro l’assenza: i quadratini corredati di nome dell’utente collegato erano per lo più…neri. Pudore claustrale? Timore reverenziale? Ovvero disagio in tanta transizione di tempi e situazioni? O ancora: paura che qualcuno potesse contare gli effettivi? O che potesse contare le nostre rughe? Non sappiamo! Si sono visti anche quadratini che ritraevano…un angolo del soffitto. Ebbene, diamo l’interpretazione più spirituale: un invito a guardare in alto!
Sursum corda, Buone Feste.
Sr Maria Angela Santucci, OCM
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