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Corpus Domini

Corpus Domini

La Processione del Corpus Domini è solo per la devozione popolare o anche per il monastero? É da considerarsi un di meno rispetto ad attività più “contemplative”? Così voleva la noblesse oblige monastica un po’ intellettuale di qualche decennio fa.

Ma cosa c’è di più contemplativo dell’adorazione eucaristica?

E non è stata una monaca contemplativa Cistercense, Giuliana di Cornillon, a ricevere dal Signore e a trasmettere a Vescovi e Papi la richiesta di questa Festa?

Sia come sia, molti monasteri in questo giorno solenne si rivestono felicemente dell’infiorata. Pubblichiamo alcune immagini e una breve corrispondenza fra due consacrate, fuori e dentro il chiostro.

Emì carissima, ciao.

 

Durante il giorno una bella pioggia e poi un pallido sole.

Terminato maggio, e giugno con La processione del Corpus Domini. Questa mattina avevo molte cose da sistemare …

La settimana scorsa abbiamo visitato i giardini e abbiamo fatto incetta di rose in fiore, riponendole al fresco, ci servivano i petali per la processione.  Ogni uscio dove passavamo era decorato da foglie e petali di rose, i bambini davanti all’Ostensorio del Santissimo, con ampio gesto della mano, ripetuto, volute di petali, come fossero preziosa semente da non disperdere, ma entro i limiti segnati dai bordi, a centro strada. E il variegato popolo del “Corpus Domini” inizia a muoversi per la via principale del quartiere.

Il coro canta il “Pange Lingua”. Il sacerdote tiene alto l’Ostensorio splendente alla luce del sole, non si usa più l’ombrello o il baldacchino. A bordo strada passanti devoti, in ginocchio, il capo chino, in attesa del passaggio del Santissimo in un silenzio assordante. Quando il sacerdote si ferma il Santissimo benedice ogni angolo del nostro quartiere. Poi l’inversione a U e si ritorna verso la chiesa. Avvicinandosi al piazzale della chiesa da lì, sembra di entrare nel vivo della festa, dove la processione è realmente attesa, dove la massa dei fedeli ai lati è imponente sia a destra che a sinistra, la breve sosta del santissimo. Il rintocco delle campane a festa…la solenne benedizione eucaristica mentre centinaia di ginocchi toccano terra. Una benedizione appena sussurrata, tracciata con ampio gesto nell’aria, mentre il chierichetto incensa a spargere nell’aria volute di fumo a fondersi con quegli aromi diffusi dal calpestio dell’infiorata. Una breve parola del sacerdote, e il canto finale. si entra in chiesa, e Gesù Eucarestia è riposto nel Tabernacolo.

E oggi come ogni giorno Lui è qui nella comunione, nella comunità, nel pane spezzato LUI VIENE. Quando lo dicevano in latino “Fractio panis” non ci capivo molto, ma era rompere il pane, io spezzo una cosa per dartela, prendo un pezzo di pane per dartelo, è il primo movimento della sinfonia del dono. Allora penso all’eucarestia a questo spezzare il pane da parte di Dio per darci una parte di se. Che bello saper essere capaci anche noi di spezzare per donare.

Tutto questo l’ho vissuto in prima persona. Non ero degna di nulla.  Ma, ho provato a donare a mia volta.

Ciao, mi manchi molto con amore Carla

Carla, grazie di questo racconto preziosissimo: ESISTONO ANCORA CITTÀ DOVE SI VIVE COSÌ!

Mi fa un piacere enorme.

Allora anche tutte le nostre rose divorate dalle cimici cinesi, il tremendo temporale con grandine e tuoni e nuvoloni neri che ha squassato il monastero proprio prima dell’ora prevista per la processione, la magra processioncella per il chiostro e la malinconica conclusione, offerte per il mondo, forse si sono unite all’offerta di Gesù. Per il mondo.

T’abbraccio con tutto il cuore

Emì


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Pubblicato il Cose nuove e cose antiche, Testimonianze

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