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Guillaume Jedrzejczak, Omelia per la Madre di Dio

Guillaume Jedrzejczak, Omelia per la Madre di Dio

Nm 6, 22-27; Gal 4, 4-7; Lc 2, 16-21

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Le tre letture della liturgia di questo primo giorno dell’anno danno la chiave che ci permette di capire meglio il senso profondo della storia della salvezza, in particolare il ruolo particolare di Maria, Vergine e Madre. Difatti, il brano del libro dei Numeri ci ricorda l’atteggiamento fondamentale di Dio sin dall’inizio della storia: Dio ci vuole bene, ci benedice, e vuole fare “risplendere” per noi “il suo volto”. Ma, dopo il primo peccato, l’uomo si è nascosto e ha rifiutato questo splendore. Allora Dio si è messo in cammino per ricercare la pecorella smarrita. Ma l’uomo non è più in grado di sopportare senza morire questa luce dello sguardo di Dio. Per questo motivo, Dio ha velato la sua gloria per venire incontro alla nostra umanità.

Dio si è nascosto nel desiderio del nostro cuore. Così facciamo l’esperienza che niente ci potrà mai bastare. Il nostro cuore è diventato un cuore in attesa e pieno di speranza. Dio si è nascosto anche nella Sua Parola. Invece di sfamare e di riempire il nostro spirito, la Sua Parola rende sempre più acuta la nostra attesa. Cerchiamo qualcosa in più, aspettiamo una presenza sempre più profonda e più vicina. Aspettiamo il Messia. E così, l’assenza di Dio, il suo silenzio, sono diventati per Dio come un modo di rispondere, facendo crescere il desiderio.

“La pienezza dei tempi”, di cui parla la seconda lettura è proprio questo momento in cui il desiderio è diventato così grande, così forte, che Dio poteva venire tra i suoi, tra quelli che lo aspettavano e bramavano la sua presenza. Questa “pienezza dei tempi” si è compiuta e ha trovato il suo compimento in Maria. Lei è diventata la Madre del desiderato, del Figlio di Dio perché era piena del desiderio e dell’attesa del popolo d’Israele. In Lei, l’attesa è arrivata a maturità.

In Maria, il desiderio di Dio ha incontrato l’attesa del popolo di Israele. È proprio questo che stupisce i pastori, nel vangelo di Luca. C’é una donna, figlia di Israele, che ha ascoltato e sperato, fidandosi alla Parola di Dio. Con Maria, la Parola di Dio ha trovato il “luogo del suo riposo”. Ormai, tutto è pronto, perché Dio possa rivelare la sua faccia agli uomini e perché gli uomini possano ritrovare la strada verso Dio e diventare figli di adozione.

Così, Maria ha ricevuto tutti noi, come figli di adozione, come suoi figli. Siamo ormai della stessa famiglia di Gesù e Maria. Egli è diventato il nostro fratello maggiore, e Maria è diventata la madre di tutti i credenti. Questa grande famiglia dei figli di Dio è la Chiesa, che si diffonde dappertutto per generare sempre nuovi figli a Dio. La Chiesa non è un’istituzione, ma è una famiglia. E ciò che costruisce questa nostra famiglia, che la rende salda e forte, non sono le leggi e le prescrizioni, ma sono  l’amore e la bontà che uniscono i membri tra di loro.

Fratelli e sorelle, tutte queste nostre piccole chiese, cioè le nostre famiglie e le nostre comunità, sono l’unica casa dell’amore di Dio in questo mondo. C’é un posto per tutti quelli che riconoscono di aver bisogno di essere salvati, meditando, come Maria, la Parola di Dio nel loro cuore.

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Pubblicato il Omelie

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