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I Domenicani

I Domenicani

Domini canes, i cani del Signore: così vengono chiamati i figli di San Domenico, e così Andrea di Bonaiuto li rappresenta allegoricamente in uno degli affreschi della Sala del Capitolo del convento di Santa Maria Novella a Firenze.

I domenicani: frati bianchi col mantello nero che difesero sommamente la Chiesa e la dottrina cattolica. Un nome su tutti: San Tommaso d’Aquino, il doctor angelicus, il padre indiscusso della teologia cattolica, che da lui prende il nome di tomismo. Un altro nome? Santa Caterina da Siena, suora mantellata, terziaria domenicana: uno scricciolo che divenne un leone per difendere la Chiesa e il papa, il dolce Cristo in terra, senza risparmiare loro parole di fuoco.

E ora? Che fanno ora i frati predicatori, in un’epoca di si’ grandi difficoltà per la Chiesa e la vita religiosa? Soffrono anche loro la crisi in cui molte realtà ecclesiali si dibattono?

Il periodico Il Timone, nel numero di febbraio 2022, ha pubblicato un interessante dossier dal titolo ‘primavera domenicana’ in cui dà notizia del risveglio apostolico e vocazionale dell’ordine domenicano.

“Non si tratta di un fenomeno generalizzato, piuttosto a macchia di leopardo, il che si spiega anche con l’assetto ‘federale’ dell’ordine, un’impostazione di origine medievale che vede una grande autonomia delle varie province fra loro”, puntualizza l’interessante dossier. In quest’ottica vengono descritte le realtà di alcune province, statunitensi, inglesi, irlandesi e quella italiana del nord Italia, nonché un’intervista a p. White, primo rettore statunitense dell’Angelicum, l’università pontificia dei domenicani a Roma.

“Se il mondo angloamericano gode di ottima salute, Francia e Spagna arrancano, l’Italia presenta al suo interno una situazione molto variegata e così via.”, prosegue Luigi Piras, uno degli autori del dossier, “In generale, però, si può affermare che i domenicani sono oggi tra i pochissimi ordini religiosi dalla storia plurisecolare che nel contesto euro americano, dove la fede si spegne <come una fiamma che non trova più nutrimento>, Benedetto XVI dixit, danno segnali in controtendenza”.

Negli USA, divisi in quattro province domenicane, quella di Washington DC, intitolata a San Giuseppe, è quella più vitale: nel 2012 ci furono ben 21 ingressi, la classe di noviziato più numerosa dal 1966.

Cosa attira i giovani tra le fila dei predicatori?

Le vocazioni vengono certamente da Dio e non sono cose umane ma è indiscutibile, in quanto esperienziale, che Dio benedice chi è fedele al carisma ricevuto, chi, per dirla con San Benedetto, nulla antepone all’amore di Cristo.

Liturgia, studio, vita religiosa e devozione mariana: ecco cosa cercano i giovani frati.

Segno evidente è l’Amore per l’abito religioso. “L’amore per l’abito è un segno visibile dell’amore per una tradizione lunga otto secoli a cui si torna ad attingere nei suoi aspetti sempre fecondi”, leggiamo su Il Timone.

Segnaliamo solo alcuni elementi che sono causa e contemporaneamente effetto di questa primavera.

Un apostolato efficace perché solido e basato su vita di preghiera, liturgia e studio è quello che si è attuato con Aquinas 101, una serie di corsi in video, made in USA, che ha ottenuto oltre 1,3 milioni di visualizzazioni, e che ha suscitato interesse e portato vocazioni nel mondo di lingua inglese, Regno Unito in particolare.

La pubblicistica, specie in America, con la riscoperta di teologi domenicani di grande importanza, come p. Reginald Garrigou-Lagrange.

Il rilancio della Confraternita della Milizia Angelica: “fraternità soprannaturale dedicata a perseguire e promuovere la castità insieme sotto il potente patrocinio di San Tommaso d’Aquino e della, Beata Vergine Maria “, così la definisce p. Bellon, domenicano della provincia del nord Italia, intitolata a San Domenico. San Tommaso, infatti, vinta una fortissima prova contro la castità, ricevette da due angeli il cingolo di castità, il Sacro Cingoli conservato e venerato a Chieri. L’imposizione del cingolo benedetto di San Tommaso e la recita di preghiere per la purezza è una pratica che sta felicemente ritornando.

Più complessa la situazione del mondo domenicano femminile, contemplativo ed attivo, con qualche segno di rinascita oltreoceano. Territorio inesplorato dal dossier, ma certamente da approfondire, anche in ambito italiano.

Questi alcuni spunti dal benemerito dossier, cui rimandiamo per completezza.

Volentieri concludiamo con le parole che il Santo Vescovo domenicano, Antonino da Firenze rivolgeva alla pia Lucrezia Medici.

Ingegnatevi di sempre tenere la camera dell’anima vostra adorna e netta, ha ciò che Dio, il quale se l’ha eletta per sua abitazione, ci stia dentro volentieri. Gettatevi dentro ad ogni ora molti fiori di Sante orazioni, molte rose di devote contemplazioni, e molti gigli di belle e utili lezioni. Guardatevi di non sputare dentro di cose vane, non vi gittate dentro alcuna puzza di cose carnali, non ci lasciate entrare alcuna bestia, che v’abbia fare bruttura; cioè non vi accostate a persone bestiali e mondane, che v’abbiano ad imbrattare la conoscenza con loro vano parlare.[1]

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[1] Bargellini, Sant’Antonino da Firenze, Morcelliana, 1947, pag. 15.

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Pubblicato il Perché vivono i monasteri, Vita consacrata

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