di Federica Carbone
Quando si pensa all’evangelizzazione si pensa spesso – e non senza motivo – al partire, all’andare. E se l’evangelizzazione scaturisse anche da uno stare, da una stabilità, da una solitudine plurale/moltitudine singolare e da una silenziosa fraternità?
La Compagnia del Salterio, nomen omen, nasce nel 2022 dall’incontro di un gruppo di studenti universitari che, con atteggiamenti diversi rispetto alla fede, iniziano questo cammino insieme, guidati da un desiderio comune: quello di riflettere sulla propria spiritualità, partendo dalla meditazione quotidiana del Salterio e settimanale del Vangelo, sulle orme della tradizione monastica occidentale e prestando particolare attenzione al ruolo della solitudine e del silenzio nei cammini d’ogni giorno.
A queste prospettive personali si accompagnano quelle di studio e le possibili convergenze di competenze e saperi, permesse dalla differente provenienza accademica dei membri del gruppo: l’intento di mettere in dialogo la teologia e le scienze umane è reso possibile non solo dal desiderio ed esigenza personale dei singoli di vivere un certo tipo di esperienza, ma anche dalla convergenza all’interno del gruppo di docenti afferenti a diverse discipline (teologia, scienze della comunicazione, psicologia, sociologia).
Tutte le persone che fanno parte della Compagnia ne sono a vario titolo testimoni: questo significa che la Compagnia non pubblicizza in alcun modo la propria realtà tramite i mezzi di comunicazione, ma lo fa tramite il racconto delle testimonianze dei singoli. Di conseguenza, chi fosse interessato a questa realtà – per affinità o semplice interesse – può chiedere di avvicinarvisi o entrare a farne parte direttamente ad uno dei membri del gruppo.
Non esiste un elenco stilato di attività da fare o alcun obbligo di partecipazione alle attività proposte. Ciò significa che ognuno è libero di aderire a ciò che ritiene più conforme al suo percorso (di vita e spirituale). In ogni caso, dalla Compagnia del Salterio può decidere di uscire, per scelta o per inattività prolungata nel tempo: in quanto compagnia, l’apporto dei singoli nelle loro diversità, sfumature e percezioni è determinante per il cammino di crescita comune.
Sicuramente il gruppo si pone degli obiettivi comuni, i quali si declinano secondo diversi canali comunicativi e modalità di lavoro sinergiche. Da una parte, ci sono le attività più digital:
- Le telecollatio, ovvero degli incontri da remoto che hanno una cadenza mensile e si declinano a partire da una lettura, da un suggerimento o da un tema che, nei giorni precedenti, viene a turno proposto da uno dei componenti del gruppo, il quale si occuperà poi di moderare l’intero incontro online nel modo che più ritiene opportuno, stimolando il dialogo e la riflessione degli altri partecipanti.
- Il gruppo WhatsApp, che permette la risonanza quotidiana del salmo del giorno e del vangelo della domenica. Il gruppo, in linea con lo stile sobrio della Compagnia, non è pensato come un contenitore affollato di discorsi, né tantomeno come un forum: esso è soggetto a precise regole ed ha il fine ultimo di garantire condivisioni, domande, confronti o lanciare spunti di riflessione, che saranno poi ripresi nelle telecollatio o – preferibilmente – negli incontri in presenza. Nel corso dell’anno sono stati affrontati, con lo stesso metodo, anche altri testi biblici come Qoèlet e Lamentazioni: le riflessioni vengono poi raccolte e-book.
Ma i momenti che più aiutano a strutturare la Compagnia sono quelli in presenza che assumono essenzialmente due forme:
- Il deserto in città, ovvero un incontro a carattere formativo che ha la durata di una sola giornata e viene svolto presso una comunità monastica in città o località del territorio facilmente raggiungibili, dove si viene accolti e ci si riunisce per meditare un salmo sotto la guida di un membro della comunità monastica: monache e monaci di vari ordini, attingono alla loro spiritualità e ne arricchiscono il cammino.
- L’eremo fraterno, ovvero un’esperienza di più giorni che si svolge presso una struttura in autogestione (anche distante) preferibilmente immersa nella natura e quindi lontana dai centri abitati, coerentemente con l’idea di ricavarsi uno spazio di meditazione in cui poter conciliare la solitudine e la fraternità, alternando momenti di studio, lavoro e preghiera a momenti fraterni di mansioni quotidiane (ad esempio, preparare il pranzo insieme).
Cosa fa, quindi, concretamente la Compagnia del Salterio? Per rendere l’idea, sono di seguito raccontate alcune delle avventure vissute dalla Compagnia. Una delle prime esperienze di eremo si è svolta presso il santuario di Montevecchia, in provincia di Lecco, agli inizi di maggio di quest’anno. In questo contesto, immerso nel verde e con una spettacolare vista panoramica sulla pianura padana, la Compagnia ha vissuto tre giorni di fraternità, all’insegna dello studio, della condivisione e della preghiera, ma anche della solitudine e del silenzio, a essa molto cari. Sono stati giorni intensi e molto ricchi, mitigati dalle passeggiate nel bosco circostante e sporadicamente da qualche turista che si avventurava in cima al Santuario. Di queste giornate la Compagnia ha portato a casa la consapevolezza della bellezza della vita di comunità, con i suoi pregi e difetti e soprattutto la certezza – insita in ognuno – di un bisogno frequente di distacco dai ritmi frenetici della quotidianità.
Diversa è invece l’esperienza del deserto in città. Una delle prime risale a novembre dello scorso anno, periodo in cui per la prima volta la Compagnia ha visitato in giornata una realtà milanese: il monastero di Santa Chiara, nel quartiere Gorla, dove è stata accolta dalla comunità delle monache con cui ha trascorso alcuni momenti di riflessione e preghiera, all’insegna principalmente della lettura del Libro dei Salmi. Anche questo tipo di esperienza va a confermare l’importanza di amalgamarsi con altre realtà, che possono in diverso modo contribuire alla crescita della Compagnia e arricchire ognuno dei suoi componenti.
Non si sa dove porterà questa strada; per ora, da bravi pellegrini, i membri della Compagnia continuano a camminare insieme e a costruire un percorso comune, lasciando tracce di sé in chiunque sia disposto ad ascoltarli. Continueranno a mantenere vivo il rapporto con il mondo monastico, restando in ascolto di quella sapienza e mettendosi anche a sua disposizione per quello che sanno e possono fare.