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La Regola di S. Benedetto e la famiglia

La Regola di S. Benedetto e la famiglia

di sr Patrizia Girolami

Benedetto e la vita monastica hanno qualcosa da dire alla famiglia per vivere la sua bellezza? Per essere quello che la famiglia è chiamata ad essere? Rispondo di sì, perché tante famiglie hanno riconosciuto e riconoscono nella vita monastica e nella Regola di S. Benedetto un aiuto per vivere la propria vocazione. Vorrei farvi conoscere alcune esperienze e segnalarvi anche dei libri a riguardo.

Non so se avete mai sentito parlare della Cascina San Benedetto. Il suo ideatore, Giovanni Zennari, la presenta così:

Siamo gruppo di giovani famiglie che desiderano costruire un luogo di vita fraterna ispirato al modello monastico benedettino. Un “monastero di famiglie”, un aiuto per far sì che la preghiera liturgica praticata con regolarità possa costituire l’ossatura fondamentale delle nostre vite, che continueranno a giocarsi ogni giorno nel mondo. Siamo dei grandissimi fan dell’idea del monastero wi-fi ma – forse proprio perché quasi tutti tra noi lavorano con Internet, con la tecnologia, con i media – vorremmo farne uno vecchio stile, di mattoni.

Noi viviamo a Milano e dintorni, ma ci sono già alcune altre famiglie, sparse in giro per l’Italia, interessate a questa ipotesi di vita. Da tempo stiamo progettando di iniziare questa esperienza in Brianza. Abbiamo anche ricevuto la proposta di spostarci in un altro luogo, per vivere accanto ad una comunità monastica: ipotesi affascinante, difficilmente realizzabile, ma che vogliamo valutare seriamente.

I nostri figli sono tutti ancora piccoli. Una delle prime cose che vorremmo fare è dar vita ad una scuola parentale che ci aiuti ad introdurli alla conoscenza della realtà tramite un’educazione ben radicata nella fede cattolica.

Il manifesto di questo progetto, che in verità, è già realtà, si può leggere nel loro sito (www.cascinasanbenedetto.it.), ma in sintesi si tratta di un gruppo di giovani famiglie cristiane – o, come amano definirsi, un “monastero di famiglie” – che, ispirandosi all’insegnamento di S. Benedetto da Norcia, desiderano fare della famiglia un luogo di vita fraterna dove crescere anche nella fede. La Regola di S. Benedetto, come spiegano, offre loro il modello di «una vita ordinata in modo tale che i nostri pensieri e le nostre opere possano essere sempre più orientati a Cristo. Una vita di comunione, fondata sulla carità fraterna e sulla preghiera liturgica praticata con regolarità. Affinché Dio sia glorificato in ogni cosa».

«La vicinanza con l’esperienza monastica – si legge nel documento – ci ha fatto comprendere che la Regola di san Benedetto può illuminare questo cammino. Desideriamo istituire una scuola per il servizio del Signore (Regola, Prologo, 45), un luogo in cui più famiglie, vivendo tra loro vicine, possano progredire nella fede attraverso forme di concreta condivisione spirituale (la preghiera comunitaria) e materiale (alcuni beni in comune) e sostenersi come fratelli e sorelle nelle necessità della vita. Proprio come avviene nei monasteri dei quali sperimentiamo l’ospitalità, desideriamo che la nostra casa possa essere un luogo aperto agli altri: a chi nel tempo vorrà condividere la nostra stessa scelta di vita, a chi vorrà partecipare della nostra amicizia in Cristo unendosi a noi negli orari della preghiera, a chi semplicemente vorrà farci visita». Tutto questo mantenendo gli impegni professionali, e mettendoli al servizio delle altre famiglie e delle opere della comunità.

Alcuni si sono stabiliti a Legogne, un villaggio di montagna vicino a Norcia, in modo da essere ancora più vicini ai monaci benedettini che stanno ricostruendo un nuovo monastero, in sostituzione di quello danneggiato dal terremoto, e da poter partecipare alla liturgia insieme a loro. «Vivere la liturgia con i nostri figli – scrivono – è una cosa bellissima. Più la celebrazione è solenne, più i bambini sono bravi: sono attratti dal canto gregoriano, dall’uso dell’incenso… ed è bellissimo quando, dopo la Messa, qualche monaco spiega loro il significato di quei segni, il fatto che in quei segni c’è Dio e la nostra ricerca di Lui».

Un’altra esperienza interessante è quella che si è costituita intorno all’abbazia di Farfa, in provincia di Rieti, con l’associazione di famiglie o meglio la scuola per famiglie “Le Dodici Stelle”, che fa riferimento a Padre Massimo Lapponi, monaco benedettino di quello stesso monastero, che, negli anni, ha scoperto la sua vocazione di sostegno alla famiglia. «Quando entrai in monastero 40 anni fa – scrive P. Massimo – vedevo già la difficoltà delle famiglie e mi sentivo privilegiato di poter vivere in una comunità plasmata dal carisma benedettino. In questi anni ho pregato molto per loro e per capire di cosa avessero bisogno in questi tempi bui». Finché la risposta non gli è apparsa chiara: «Capii che la regola di san Benedetto era anche per loro».

«Dopo circa quarant’anni di vita monastica, di riflessioni, preghiere, tentativi, fallimenti, incontri, colloqui ed esperienze varie, improvvisamente mi si è accesa una luce. “Ma la regola di San Benedetto” – mi sono detto – “non insegna a vivere bene insieme la vita di tutti i giorni? Nessuno può vivere da solo, e come può il migliore intenzionato vivere bene se quelli che vivono con lui vivono male? E a che servono le belle conferenze, se non si sa ordinare saggiamente la vita di tutti i giorni? San Benedetto non fa conferenze, ma insegna praticamente come si organizza la giornata di una famiglia. Egli, infatti, insegna come si dispongono e si rispettano gli orari, come si prega insieme, come si lavora, come si parla, come si mangia, come si dorme, come si veste… E non è proprio questo di cui hanno bisogno le famiglie di oggi, che non hanno più nessuna regola?»

“Le Dodici Stelle” vuole essere prima di tutto una scuola di formazione online a sostegno delle famiglie. «Non, però, – spiega sempre dom Lapponi – una scuola come le altre, che cioè impartisca nozioni teoriche e dia titoli di studio. Si tratta di una scuola pratica, che insegni come si possono fare determinate cose nella vita quotidiana e che metta a disposizione delle famiglie tutti gli strumenti e tutti i materiali necessari per realizzarle. Cercando, dunque, quali fossero tutte le materie di cui le famiglie hanno bisogno, ne abbiamo elencate dodici. Per questo le abbiamo chiamate: La Corona di Dodici Stelle. E questo sarà anche un segno che la nostra scuola nasce sotto la protezione di Maria». L’insegnamento offerto spazia su vari campi e va dall’ordinare e adornare gli spazi dell’abitazione; a regolare i tempi della vita quotidiana; a rivalutare e realizzare al meglio tutti i lavori domestici; a valorizzare, per la felicità di tutti e di ciascuno, i momenti di comunione e di dialogo; a creare una bella preghiera liturgica familiare; a conoscere i testi e i canti migliori per la preghiera e per la gioia comune; a comprendere sempre meglio la fede e a saperla trasmettere ai più piccoli; a praticare la carità e l’aiuto fraterno con efficacia e senza errori per il bene della società umana…

Massimo Lapponi è autore anche di un volumetto che si intitola San Benedetto e la vita familiare (Libreria Editrice Fiorentina, 2009), in cui si spiega punto per punto come si può applicare alla vita di una famiglia moderna la Regola e la tradizione benedettina. Per essere concreti dom Lapponi segnala che la Regola benedettina applicata alla vita familiare produrrebbe cambiamenti in diversi ambiti: 1°) nell’ambito del lavoro: come in un monastero tutti aiuterebbero nei compiti domestici, si accetterebbe il sacrificio a servizio degli altri e sarebbe chiaro che la vita lavorativa non dev’essere privilegiata rispetto alla vita familiare; 2) nell’organizzazione del tempo e del riposo: ad esempio i film e i giochi si condividerebbero, non si vedrebbero da soli; ci sarebbero momenti di ricreazione e svago in comune dopo la cena familiare, fermando il ritmo per ritrovarsi e riposare (“Il riposo è un tempo di comunione con Dio e con le anime e di gioia per questa comunione”, scrive l’autore); 3°) nel prendere i pasti: si pregherebbe prima dei pasti, e i membri della famiglia mangerebbero insieme, non a orari diversi in stanze distinte; il momento del pranzo, senza televisione, sarebbe un momento di conversazione, di condivisione di idee, esperienze e tempo; 4°) nelle abitudini di consumo: una famiglia di “stile benedettino” dovrebbe evitare il lusso, lo spreco e la superficialità, vigilando anche sull’uso di dispositivi elettronici e computer, e favorendo la lettura e la conversazione anziché il tempo trascorso davanti allo schermo; 5°) nella vita di preghiera: si dovrebbe favorire, per quanto possibile, la preghiera in comune e un clima che aiuti ad incontrare Dio; 6°) nella carità e nella solidarietà: la famiglia cercherà di evitare di chiudersi su se stessa; sarà accogliente, cercherà di alleviare per quanto possibile le sofferenze altrui e metterà i figli in contatto con i più bisognosi.

Oltre a questo libro di Lapponi, ve ne segnalo altri due. Uno di Isacco Tacconi, un laico, insegnante di religione nelle scuole, che ha come titolo Il chiostro e il focolare. La Regola di San Benedetto: una traccia di vita familiare (Fede & Cultura, 2019). Parte dal presupposto che vi sia una analogia sostanziale tra l’organizzazione della vita monastica e la struttura intima della famiglia cristiana: la Regola di San Benedetto è, per l’autore, un tale tesoro di sapienza, prudenza e santità che può essere proposta come modello di riferimento non solo in ambito monastico, ma anche in altri stati di vita, fra cui quello familiare.

Un altro si intitola La bellezza della carità in famiglia. La storia, la Bibbia e il contributo di san Benedetto (Cantagalli, 2023) e ha per autore dom Frediano Salvucci, monaco dell’Abbazia di Santa Scolastica di Subiaco (RM). Nella prima parte, il volume offre un rapido excursus storico in cui ripercorre la storia recente della famiglia, tenendo conto dell’impatto che su di essa hanno avuto i vari fenomeni socioeconomici e delle evoluzioni della tecnologia. Nella seconda parte viene presentato modello biblico della vita familiare, alla luce sia dell’Antico che del Nuovo Testamento. La terza ed ultima parte è la rilettura della famiglia alla luce della spiritualità benedettina e contiene numerosi spunti operativi per i genitori e, in generale, per gli sposi o futuri tali.

Perché vi parlo di questi libri? Non perché dobbiate necessariamente leggerli o condividerne le tesi, ma per dire come intorno alla Regola di S. Benedetto, e dunque, al modello della vita monastica, cresce l’interesse anche da parte della famiglia. E per quale motivo, se non perché la vita monastica secondo S. Benedetto è scuola di convivenza evangelica e luogo della Presenza di Dio, in cui Dio può abitare il quotidiano. Scritta millecinquecento anni fa per l’organizzazione dei monasteri, la Regola di S. Benedetto conserva una stupefacente attualità, anche per la vita in famiglia. Lavoro, riposo, pasti, tempo, relazioni: sono numerose le applicazioni concrete. Preghiera, dialogo, lettura, studio, attività manuali e artistiche: i suoi consigli possono aiutare a «dare nuova vita e nuova speranza alla comunità familiare», come ritengono questi autori, e come crediamo anche noi.

Davvero il monastero è una grande famiglia, una famiglia speciale, e per questo può essere un riferimento anche per le famiglie. È una famiglia dove la vita ha un centro, la presenza di Dio, del Figlio di Dio venuto ad abitare in mezzo a noi, e dove questo centro determina i ritmi e i tempi della vita quotidiana, determina le nostre relazioni, il nostro modo di stare insieme, di pregare e di lavorare, di vivere la gioia e la festa, il dolore e la malattia. Una famiglia dove ci si concepisce come un unico corpo, in cui si impara ad accoglierci, con i nostri doni e i nostri difetti, a volerci bene così come siamo, a condividere ad armonizzare le differenze, a cercare insieme il bene nel discernimento della volontà di Dio. E anche tutto questo è fatica e bellezza.

La famiglia è bella perché è progetto di Dio, perché è vocazione, perché è chiamata all’amore, perché è luogo in cui si costruisce la comunione (comunità di persone), perché è “Chiesa domestica”, luogo in cui si vive e si trasmette la fede. Famiglia e vita monastica non sono due mondi lontani, ma in verità la Regola di S. Benedetto può essere un riferimento per vivere la realtà della famiglia.

(Conferenza tenuta alle famiglie della Diocesi di Volterra, nell’auditorium della Chiesa della s. Famiglia di Cecina, aprile 2024)

 

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