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L’azione dello Spirito e la ragione

L’azione dello Spirito e la ragione

di Monica della Volpe

Il Bambino nel Presepe, la grotta, la stella – la Santa Famiglia – l’Incarnazione di Dio in terra.

Quante conseguenze, quanti cambiamenti, quanta Storia, quanta Grazia per l’uomo!

Quanta rabbia, nell’ultima Ora presente, contro questa Grazia e contro questa Storia!

É la guerra; corriamo alle armi. C’è un’arma potente a noi data, di cui tutti i documenti postconciliari per la vita consacrata ci parlano e tuttavia nella quale ancora ci dobbiamo esercitare: la lectio.

La lectio è così importante perché, assieme al culto e alla preghiera liturgica, è spazio di azione privilegiata dello Spirito Santo.

Se la Parola si è fatta carne, a partire da una vera lectio nella comunità monastica, anche una adeguata e continua ricerca antropologica si può sviluppare.

Lo Spirito agisce in molti modi: può trasportare una persona, come ha fatto con Abacuc. Può, attraverso gli avvenimenti della vita, plasmare la nostra anima, anche se rimane passiva. Nella preghiera lo Spirito può discendere gratuitamente, operare, andarsene.

Tuttavia questa situazione rimane molto delicata; quando il rapporto avviene da Spirito a spirito, senza la mediazione della ragione e intelligenza, può rimanere infecondo (lo Spirito ha agito, io non l’ho riconosciuto), oppure essere pericoloso: ricercando la risonanza mistica posso incontrare altri spiriti.

La porta della libertà, che deve liberamente aprirsi e liberamente potersi chiudere, è la ragione. Se la ragione non fa la sua parte, concorrendo a plasmare la coscienza, l’uomo non è più libero, ma schiavo: schiavo degli spiriti vagabondi, dei sentimenti dell’anima e dei movimenti del corpo, della paura, dell’illusione, dello spirito di ribellione e superbia; oppure di una obbedienza cieca e disumanizzante che lo rende preda di ogni abuso. In definitiva, se l’uomo non usa sufficientemente bene la ragione, può divenire schiavo di qualsiasi padrone venga a bussare alla sua porta.

Quando la ragione fa il suo lavoro, crea la condizione normale: lo Spirito Santo, invocato, può venire e rimanere presso la persona che prega, vivificandola dal di dentro. Ancora grazie al lavoro della ragione, nelle verifiche con chi ci guida, nell’ascolto, nel discernimento, lo Spirito potrà animare un reale e duraturo cambiamento della vita. Questo non potrà mai avvenire senza la libera collaborazione umana.

Per questa ragione riteniamo che un livello privilegiato del dialogo e della collaborazione fra Spirito di Dio e spirito umano sia la lectio monastica, situata nel contesto di una comunità tutta quanta aperta all’ascolto e allo scambio. Questo favorirà in modo straordinario quel lavoro fatto insieme che è il pensiero umano, in comunicazione col Pensiero di Cristo.

La riprova della autenticità di questo cammino è l’unità nella Chiesa. Un cuor solo e un’anima sola non indica prima di tutto una sintonia a livello di sentimento, quanto piuttosto un pensiero, che si verifica e si sviluppa in Comunità come pensiero comune in un ambiente libero, sereno, affettuoso, umano, aperto; un pensiero in linea di principio sempre in obbedienza/comunione col pensiero della Chiesa.

É questo il serbatoio privilegiato della vita della Chiesa e della sua missionarietà, la forza dell’annuncio apostolico; vera forma in cui la rivelazione si propaga in profondità.

(E aggiungiamo: il diavolo odia le donne che pensano; è un buon motivo anche questo per pensare).

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Pubblicato il Riflessioni

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