31 dicembre 2021
Quest’anno 2021 ci ha portato via molti amici. Qui abbiamo raccolto soltanto la commemorazione, pubblicata a suo tempo altrove, di Padre Sebastiano Paciolla, grande amico di tutti i monasteri e di tutte le monache.
Voglio dire di passaggio come il nostro monastero ha perso molti amici, due laici, padri di famiglia e dunque splendidi testimoni di quel patto matrimoniale che tanto profondamente è legato e fa da specchio al nostro carisma; e tre sacerdoti. Li menzioniamo anche per ricordare con loro le innumerevoli perdite che tutti abbiamo avuto, in questo anno, e che le cronache dei nostri monasteri qua e là ci ricordano. La loro storia personale, la loro ricerca, la loro carità fraterna umile e capace di sacrificarsi, il loro servizio instancabile ne ha fatto dei grandi operatori del Regno di Dio e ha scritto indelebilmente i loro nomi nelle storie delle nostre abbazie e dei nostri conventi. Siamo certe che in cielo, se ci arriveremo, ceneremo alla medesima mensa.
L’ultimo però vogliamo ricordarlo chiamandolo per nome, anche se non era monaco, ma Vescovo: un Vescovo amante dei monasteri e in profonda sintonia col carisma monastico.
Alla fine del canto dei nostri Vespri, quando si espone il santissimo Sacramento e si canta il Miserere per implorare misericordia sui peccati dell’anno trascorso, seguito dal solenne Te Deum in ringraziamento dei benefici ricevuti, ha esalato l’ultimo respiro un grande nostro amico: Monsignor Luigi Negri, Vescovo emerito delle Diocesi di San Marino e di Ferrara, per molti anni colonna nel movimento di GS, poi CL, fra le altre cose fondatore della scuola di Dottrina Sociale della Chiesa.
Abbiamo un altro amico presso il Signore.
Amico, perché una volta conosciuto il Signore, ha speso appassionatamente tutta la sua vita e tutte le sue forze nel seguirlo, testimoniarlo, amare Lui e amare i Suoi, con tutta la forza umana della sua intelligenza acuta e del suo temperamento, intemperanze comprese: gli convenisse o non gli convenisse, gli procurasse amici oppure nemici.
Amico perché ha speso la forza verbale non comune che gli era stata data per affermare la Verità in tutte le sue sfumature, in tutte le occasioni, opportune e non opportune. E in particolare per l’apporto che ha dato alla diffusione e all’approfondimento della dottrina sociale della Chiesa.
Amico perché sempre ha compreso quanto l’amicizia personale con Gesù Cristo fosse indispensabile alla Chiesa per vivere e dare frutto e per questo sempre ha amato, con grande rispetto e confidenza, le sue sorelle contemplative.
Amico perché è stato fedele sempre, fino alla fine, a tutti i suoi amici, fra i quali umilmente ci vogliamo gloriare di essere anche noi. Tanto che sentiamo proprio per noi le sue ultime parole:
Il saluto che vi mando è pieno di affezione e di volontà di condividere la vostra esistenza, vi sento vicino a me forse in un modo nuovo, perché il tempo passa ma non ci lascia, si ripropone ogni giorno di più come una cosa nuova piena di senso e di significato.
Amici miei portate lietamente il peso delle iniziative di Dio nella vostra vita portate anche il peso della fatica. Il tempo che passa è perché il tempo passi e si affermi potente in noi la grazia di Cristo.
Grazie a tutti voi e … ci vedremo presto
Rispettando tutti coloro che, non pensandola come lui, hanno sentito con fatica il suo apporto al cammino comune, non possiamo non essergli grate:
Amico fedele sempre, fedele fino alla morte.
Sr Monica della Volpe
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