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Presentazione dei monasteri di Sainte-Cécile de Solesmes (Francia)

Presentazione dei monasteri di Sainte-Cécile de Solesmes (Francia)

Quando sentiamo “Solesmes”, pensiamo soprattutto all’abbazia dei monaci, l’Abbazia di Saint-Pierre. È lì che Dom Guéranger (1805-1875) restaurò nel 1833 la vita benedettina maschile che era scomparsa in Francia dopo la Rivoluzione.

Molti meno sanno che a Solesmes esiste un’altra abbazia dedicata alla vergine romana Santa Cecilia, dove vivono monache benedettine dal 1866. Il nostro monastero è stato fondato da Dom Guéranger per sette giovani ragazze. L’abate di Solesmes scelse allora come superiora della fondazione Cécile Jenny Bruyère, la più giovane di loro che conosceva bene poiché era sua figlia spirituale da quando aveva undici anni. Poiché desiderava donarsi totalmente a Dio, Dom Guéranger le permise di fare il voto di verginità all’età di sedici anni, prospettando per lei una vita consacrata pur rimanendo nel mondo. Ma alla ragazza non bastava. Fu leggendo le opere di santa Gertrude, tradotte per lei da Dom Guéranger, che capì che era proprio la vita benedettina quella a cui aspirava. Credeva però, a torto, che in Francia non esistessero più monache benedettine.

In realtà, se nessun monastero di monaci benedettini si era ripreso dopo la Rivoluzione prima che Dom Guéranger restaurasse Solesmes, non era stato lo stesso per le monache. Molte comunità femminili si erano raggruppate dopo i tumulti ed esistevano ferventi monasteri in varie regioni della Francia. Ma furono riprese le osservanze in uso nelle comunità benedettine dei secoli precedenti e che, per quanto stimabili, non sempre erano molto conformi alla Regola di san Benedetto. Questa era spesso stata lasciata in secondo piano a favore di Costituzioni che avevano ampiamente attinto da altri Ordini.

Fu proprio questa l’originalità dell’opera di Dom Guéranger a Solesmes, liberarsi da tutto ciò che i secoli avevano accumulato per ritornare alla semplicità della Regola di San Benedetto, pur mantenendo le tradizioni collaudate e adattando l’osservanza alle esigenze del suo tempo.

Ora, ciò che Dom Guéranger aveva fatto per i monaci, nessuno lo aveva tentato per le monache, motivo per cui non pensò di indirizzare Cécile Bruyère verso uno dei monasteri esistenti. Ma respinse energicamente la proposta di una nuova fondazione. Non voleva intraprendere un’opera del genere alla fine della sua vita, quando la sua salute cominciava a peggiorare, quando aveva tanto lavoro da portare a termine e quando i suoi monasteri di monaci erano ancora allo stato iniziale. Sapeva troppo bene quanto una fondazione esiga di fatica e di sofferenza. Tuttavia, cercando luce, l’abate di Solesmes era tormentato da questa idea nella preghiera. Così, per escludere definitivamente un progetto che temeva, ebbe l’idea di consultare il suo priore, un monaco esemplare ed eccessivamente prudente, che conosceva meglio di altri ciò che già gravava sulle spalle del suo abate. Ora, con grande stupore di quest’ultimo, dom Couturier rispose con insolita sicurezza che questa sarebbe stata forse la consolazione della sua vecchiaia… D’ora in poi, dom Guéranger non esitò più, andò avanti malgrado le opposizioni e gli ostacoli che sempre incontrano, in un modo o in un altro, le opere di Dio.

Cominciò quindi a dare a Cécile Bruyère un orientamento monastico per le sue letture e aspettò il tempo di Dio. Infatti non poteva pensare di creare una fondazione con una sola postulante. Ma ben presto alcune ragazze della regione espressero la stessa attrazione per la vita benedettina, ed altre, da Marsiglia dove si stava preparando una fondazione dei monaci di Solesmes, confidarono a dom Guéranger il loro profondo desiderio di una vita monastica centrata sulla liturgia e sulla dottrina.

Fu così decisa la fondazione e nell’autunno del 1866 fu aperto il cantiere del monastero di Sainte-Cécile. E mentre si erigeva l’edificio materiale, le prime postulanti si riunirono il 16 novembre in una casa del villaggio di Solesmes per inaugurare la loro vita conventuale. Bisognerebbe ripercorrere nel dettaglio la storia di questi inizi per capire cosa fu Dom Guéranger per le prime monache di Sainte-Cécile: una vera maestra delle novizie! Le postulanti portarono solo la loro buona volontà, una totale docilità e una fiducia illimitata nel Padre Abate. Nessuna, infatti, aveva esperienza di vita religiosa né idee preconcette in materia: queste erano le migliori condizioni per sfruttare appieno l’eccezionale formazione che avrebbero ricevuto. Dom Guéranger ha potuto quindi donare loro senza ostacoli la sua grande esperienza e la sua conoscenza approfondita della tradizione monastica.

Tra gli altri valori, nella formazione delle monache, Dom Guéranger ha insistito su questi punti:

– Amore al Santo Padre, alla Chiesa e al suo magistero.

– Zelo per la bellezza dell’ufficio divino

– Ruolo fondamentale della badessa che esercita un ruolo materno verso la comunità grazie ad un insegnamento ricco e concreto e verso le monache seguendo personalmente ciascuna di loro.

– Il senso missionario della vita contemplativa.

– Il senso della fede e un profondo realismo spirituale.

– L’insistenza su una solida formazione intellettuale fondata sull’eredità dei Padri della Chiesa e del monachesimo. La stessa Madre Cécile ha scritto un libro “Vita spirituale e preghiera secondo la Sacra Scrittura e la tradizione monastica”, tradotto in diverse lingue tra cui l’italiano.

Il monastero crebbe rapidamente. Sempre nel 1889 e nel 1898, Madre Cécile fonda due nuove case, la prima nel nord della Francia e la seconda in Bretagna. L’influenza della nostra abbazia si estese anche ad altri monasteri benedettini in Francia, ma anche in Germania (i monaci di Beuron adottarono le Costituzioni di Sainte-Cécile), in Belgio con Maredret, in Inghilterra con Stanbrook e da lì al Brasile e in Argentina.

È interessante notare che nei secoli XX e XXI, Madre Cristiana Piccardo, nell’abbazia trappista di Vitorchiano, volendo ritornare ad una maggiore fedeltà alla Regola di San Benedetto, arrivò alle stesse conclusioni di Dom Guéranger, contribuendo così a  far rivivere nel nostro tempo lo spirito del nostro Beato Padre San Benedetto e farlo risplendere in molteplici paesi e culture attraverso numerose fondazioni.

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Oggi a Sainte-Cécile, cerchiamo di vivere della bella eredità di Dom Guéranger e di Madre Cécile Bruyère e di farla fruttificare.

Certamente quello che colpisce di più i nostri visitatori è la radicalità del nostro modo di vivere strettamente separato dal mondo. La nostra vita nascosta con Cristo è l’espressione di un amore più grande, il segno dell’unione esclusiva della Chiesa-sposa con il suo Signore amato sopra ogni cosa. Se il nostro proposito contemplativo raggiunge il suo culmine nella celebrazione ampia e solenne della liturgia cantata nella bellezza del canto gregoriano, esso si nutre di una vita umile, laboriosa e obbediente all’interno di una comunità fraterna guidata da una badessa. Così tutta la nostra esistenza diventa, alla sequela di Cristo, offerta per la gloria di Dio e la salvezza del mondo.

Tutti i monasteri maschili di Saint-Pierre de Solesmes e le sue fondazioni e i monasteri femminili di Sainte-Cécile e le sue fondazioni formano la Congregazione di Solesmes. Si tratta di circa 30 monasteri (di cui 8 di monache) in tre continenti (Europa, Americhe, Africa). Da parte sua, la nostra abbazia di Sainte-Cécile ha fondato due monasteri in Francia nel XIX secolo e due nel XX, in Senegal e Martinica.

Oggi la nostra comunità conta 33 suore dai 96 ai 22 anni, tra cui una postulante, due novizie e due giovani professe. La più anziana di queste emetterà la professione solenne il 31 dicembre. La raccomandiamo alla vostra preghiera.

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Pubblicato il Riflessioni, Vita consacrata

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