di Madre Giovanna Garbelli, OCSO
Introduzione
Ogni vera storia è una manifestazione della bellezza dell’amore eterno. Ogni storia cattolica lo è in maniera particolare. Per questo per i Cistercensi il libro del Cantico dei Cantici è il libro per eccellenza che da accesso alla storia più interessante, la storia dell’unione dell’anima con Dio.
Ogni nuovo monastero è una storia del genere. il Signore prende un gruppo di poche persone, fragili e spesso incapaci e dà loro il compito di costruire una nuova comunità con tutte le caratteristiche descritte nel libro degli Atti degli apostoli: pregavano insieme, ascoltavano gli insegnamenti degli apostoli, spezzavano il pane, avevano un cuore solo e un’anima sola e mettevano tutto in comune. Per questo diciamo che la vita monastica è anzitutto una vita apostolica e, come la luce posta sopra il moggio, irradia sul mondo l’amore del Padre per tutti. È la testimonianza di ciò per cui vale davvero la pena di vivere. Per questo una chiesa locale dovrebbe sempre desiderare di includere, tra le sue componenti, un monastero.
Quando nel 1995 siamo arrivate a Mindanao, la chiesa Filippina non sapeva ancora cosa fosse la “vita monastica” e il nostro piccolo contributo non ha certo dissipato completamente questa ignoranza. L’evangelizzazione fu, infatti, l’opera degli Ordini mendicanti e itineranti: Agostiniani, Domenicani e Francescani. Era cominciava nell’epoca delle grandi scoperte e nel tempo in cui l’Europa stava soffrendo per la divisione della riforma protestante.
Magellano è il primo che sbarca sull’isola di Cebu, un’isola nel centro del paese. Come segno di omaggio, consegna una statua del bambino di Praga alla Regina Giovanna. Il re, suo consorte, ucciderà Magellano, ma il seme gettato nel cuore di questa regina germoglierà in una nazione cattolica, la sola nazione cattolica in Asia. Tutti gli Ordini religiosi e tutte le congregazioni verranno uno dopo l’altro a stabilirsi qui e a cercarvi vocazioni… Soltanto la vita monastica rimane quasi assente. Quarant’anni fa alcuni monaci statunitensi decidono di fondare un monastero nella piccola isola di Guimaras, di fronte alla città di Iloilo. La presenza femminile dovrà ancora aspettare quasi vent’anni.
Le nostre due abbazie nascono in un importante momento della storia della Chiesa delle Filippine che nel 2021 ha celebrato 500 anni di evangelizzazione. La Conferenza Episcopale ha deciso di preparare questo evento con 9 anni di riflessione e ringraziamento. Nel documento dei Vescovi che da iniziò a questa celebrazione si dice che le Filippine hanno ricevuto la chiamata profetica di essere una luce per Asia. Dopo più di vent’anni che viviamo in questa nazione credo che questa convinzione dei Vescovi definisca questa Chiesa: “una luce per l’Asia.” Questo è più che mai sorprendente se si pensa alle condizioni di povertà e corruzione in cui il paese versa da sempre. Ma nonostante tutte queste difficoltà non si può negare che la Chiesa ha qui una vitalità straordinaria. La fede cattolica ha marcato la cultura di questa nazione ed è stata, di fatto, la cultura dominante fino alla seconda guerra mondiale, nonostante che la dominazione americana, cominciata proprio all’inizio del secolo scorso, abbia fatto di tutto per sradicarla, protestantizzando e modernizzando attraverso l’educazione, ma senza molto successo.
Diceva una nostra suora filippina, ormai anziana, che lei aveva succhiato il cattolicesimo con il latte materno.
La prima volta che ho visitato le Filippine nel 1994 ho avuto la sensazione di respirare il cattolicesimo nell’aria. Perciò ciò che i nostri vescovi affermano corrisponde alla libertà di Dio che scegli i piccoli e umanamente meno adatti per continuare a diffondere il suo piano di salvezza. l’Asia è solo all’inizio della evangelizzazione. Se si pensa, infatti, al gigante Cinese o al disciplinato e costruttivo Giappone, ci si chiede come mai le Filippine sono state scelte e si sono convertite quasi in massa 500 anni fa.
Ciò che la propaganda Americana prima della seconda guerra mondiale, pur senza successo, aveva cercato di ottenere, cioè, la scomparsa del cattolicesimo, sta, invece avvenendo attraverso l’influenza della cultura mondiale secolarizzata.
Dicono i Vescovi: “La nostra nazione ha ricevuto la sua fede cristiana dalla Spagna. Ironia della sorte, quella nazione, più tutte le altre nazioni cristiane che Dio ha usato per diffondere la fede in tutto il mondo, sta diventando sempre più laica. Gli aspetti fondamentali cruciali per la fede, quelli della famiglia e della vita, sono gravemente minacciati. Le Filippine, anche se sono ancora considerate una nazione fortemente religiosa, sono minacciate anche dalle forze oscure che stanno travolgendo il mondo. Mentre le chiese sono piene, solo il 15-20% di tutti i cattolici va regolarmente in chiesa la domenica. Anche se il divorzio e l’aborto non sono legali, sempre più cattolici si separano, abortiscono e usano contraccettivi. Anche se la società è ancora abbastanza conservatrice, il sesso prematrimoniale e extraconiugale sta diventando molto diffuso, e c’è una crescente attività omosessuale.”
La sfida come per ogni paese cattolico è quella di una nuova evangelizzazione. Che segno può essere un monastero di fronte a questa sfida, di fronte a questa situazione di continua disgregazione della fede?
La chiesa Filippina ci ha chiesto di essere un segno di unità e pace nella situazione conflittuale di Mindanao.
- Perché un monastero nelle Filippine?
Siamo nel 1989. Arriva a Vitorchiano una lettera di Dom Joseph Chu Kong, allora abate di Nostra Signora delle Filippine in Guimaras, con una richiesta di una fondazione nelle Filippine. I monaci desiderano la controparte femminile dell’Ordine perché ci sono giovani donne che sono interessate a questo carisma. La comunità di Vitorchiano ha appena sperimentato un cambio di badessa. Madre Rosaria Spreafico era stata eletta da pochi mesi e la comunità evidentemente non poteva pensare a una fondazione in quel momento.
Ma Don Joseph era ben determinato a conseguire il sogno di un monastero Trappista femminile nelle Filippine per avere la controparte femminile. Il 14 Settembre del 1990, durante il Capitolo Generale, egli fece una visita a Vitorchiano perorando la causa della fondazione con un infiammato discorso in capitolo circa la maternità, facendo riferimento ai sermoni di San Bernardo.
La proposta non poteva più essere lasciata cadere. Era seria e corrispondeva ai criteri che noi abbiamo sempre tenuto presente per accettare di fare una nuova fondazione. Siamo arrivate così a a considerare questa possibilità con un dialogo e un voto di sondaggio che avvenne il 3 Dicembre dello stesso anno, memoria di San Francesco Saverio, campione dell’evangelizzazione in Asia.
Il favorevole risultato del sondaggio ha aperto la strada per iniziare dei passi concreti verso l’avventura di fondare.
La Madre Rosaria ha potuto incominciare a visitare le Filippine con lo scopo di cercare un terreno per il futuro monastero. La ricerca del terreno risultò non facile. Il primo viaggio nel 1992 fu praticamente solo un viaggio di conoscenza del Paese. Nel secondo viaggio cominciato l’11 Febbraio del 1993 ci fu il vero incontro con la chiesa Filippina. Incominciato sotto la protezione della Madonna di Lourdes, fu in qualche modo segnato dalla presenza di Maria che è particolarmente venerata dal popolo. La madre Rosaria Spreafico (ndr. Badessa di Vitorchiano) accompagnata dalla madre Marta Driscoll, priora del monastero di Gedono in Indonesia, fu indirizzata dall’allora responsabile dei religiosi all’isola di Mindanao.
Mindanao è la grande isola al sud delle Filippine con una presenza musulmana nella parte nord-orientale che si costituì come Stato Autonomo Musulmano, dopo una incessante guerriglia cdi gruppi di Musulmani ribelli contro lo stato. Nonostante questa soluzione politica, la guerriglia continua perché alcune frange del fondamentalismo musulmano non hanno accettato questa risoluzione pacifica e continuano a creare disordine e sofferenza. Un’isola perciò che, pur piagata dal fondamentalismo musulmano, è anche piena di speranza per la diffusione del Vangelo. Poteva quasi essere considerata come terra di missione perché le prime diocesi furono stabilite dai religiosi prima dagli Oblati si Maria Immacolata a Cotabato e Marbel. Con la nascita della città costiera di General Santos la diocesi di Marbel passò sotto la cura dei Padri Passionisti dopo la seconda guerra mondiale, in seguito la diocesi ebbe un ordinario locale nella persona del Vescovo Dinualdo Gutierrez. Mindanao, per molte parti ancora poco popolata, sotto il governo di Ferdinando Marcos, ha conosciuto un forte incremento di popolazione sotto il dittatore che ha incoraggiato il trasferimento di molte famiglie del nord e centro nella grande e fertile isola al sud del paese. … (segue)
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