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Vita e morte dei monasteri di monache contemplative

Alla ricerca di basi teologiche

Siamo persuase che nell’attuale panorama di crisi della vita contemplativa – certamente da collocarsi all’interno della crisi della Chiesa e della società cristiana – giochi un ruolo importante la crisi antropologica e in particolare quella dell’identità femminile.

Prima di arrivare a conclusioni, desideriamo dare spunti di riflessione. Oggi, domenica  4 ottobre, presentiamo il Capitolo alla Comunità di Valserena tenuto dalla sua badessa, Madre Maria Francesca Righi. Il tema è quello del libro di Giuditta, che il Breviario monastico ci ha presentato alle letture dei Notturni nei giorni scorsi.

I temi toccati sono tra l’altro quelli della bellezza spirituale;  della lettura della storia alla luce della conoscenza di Dio; della forza della fede che vince la brutalità del potere.

Forse è su questo tipo di lettura che può fondarsi una nuova speranza, una nuova generazione di contemplanti, una nuova fioritura di vita.

Monica della Volpe

Dom XXVII, 4 ottobre 2020 – La donna, giuditta,  e il serpente

La bellezza salverà il mondo. Ma la bellezza vera

«Chi non conosce la frase tante volte citata di Dostoevskij: «La Bellezza ci salverà»? Ci si dimentica però nella maggior parte dei casi di ricordare che Dostoevskij intende qui la bellezza redentrice di Cristo. Dobbiamo imparare a vederLo. Se noi Lo conosciamo non più solo a parole ma veniamo colpiti dallo strale della sua paradossale bellezza, allora facciamo veramente la Sua conoscenza e sappiamo di Lui non solo per averne sentito parlare da altri. Allora abbiamo incontrato la bellezza della Verità, della Verità redentrice. Nulla ci può portare di più a contatto con la bellezza di Cristo stesso che il mondo del bello creato dalla fede e la luce che risplende sul volto dei santi, attraverso la quale diventa visibile la Sua propria Luce.»

 «Quando Dostoevskij scrisse la famosa frase «la bellezza salverà il mondo», non si riferiva alla bellezza meramente estetica come la intendiamo oggi, ma alla bellezza della bontà. Così la frase acquista tutto il suo significato. Il mondo si salverà quando la bella bontà tornerà ad essere una mèta. La bellezza si riferisce quasi sempre alla figura femminile e non è un caso. La Madonna è la bellezza per antonomasia, Beatrice è colei che salva Dante portandolo alla visione di Dio. La donna bella perché buona è colei che guida l’uomo al senso vero dell’esistenza come Monica fece con sant’Agostino. La nostra epoca, ammalata di brutalità perché rifiuta l’ideale della bontà, ha bisogno di donne belle perché sante. La donna corrotta è simbolo della decadenza non solo di se stessa ma di un ambiente, di un’epoca intera. Perciò oggi c’è bisogno che le donne inseguano la bellezza vera e non quella delle icone della pubblicità. C’è qualcosa di stolto nella ricerca del seno perfetto, delle gambe senza cellulite e così via…Si intuisce che l’umanità ha bisogno che la donna aspiri alla bellezza vera, quella che deriva dalla bontà. Allora saprà condurre l’uomo alla realizzazione di se stesso e l’uomo saprà canalizzare la sua forza virile nel compimento di grandi imprese. Si dice che dietro a un grande uomo c’è una grande donna ed è vero anche e soprattutto nei santi. L’amore a Maria è la cifra della santità. Non solo san Bernardo ma ciascun santo ha avuto come guida Maria. È lei la bellezza che salverà il mondo.»

Caravaggio, Giuditta e Oloferne

 

Il libro della Giudea: appartenenza a un popolo  

Sandro Botticelli, Ritorno di Giuditta a Betulia

 

Non riconosciuto dal canone ebraico, nel canone cattolico è collocato tra Esdra e Neemia e i Maccabei. Dai protestanti è considerato apocrifo.

Un libro non storico, ma una fiction che ricorre a molti elementi storici per suggestioni simboliche. Lo schieramento è chiaro e anche semplice: Da una parte IHWH che ha come mediatrice presso il popolo la vedova ricca Giuditta, dall’altra Nabucodonosor re degli Assiri dice il testo, ma in realtà re dei Babilonesi, aspirante al dominio universale e a essere come Dio e come tale onorato e riconosciuto e il comandante supremo del suo esercito. Oloferne.

Il clima culturale e religioso è quello della lotta di liberazione nell’ambiente dell’impero ellenistico contro il predominio culturale e religioso dell’ellenismo. La vicenda di Oloferne e Giuditta è come una rilettura della vicenda di Davide e Golia (Cfr. Caravaggio con i numerosi quadri sulle teste mozzate)

 

 

Struttura

Due grandi parti entrambe costruite a chiasmo

  • 1-7: i due schieramenti a confronto, paura progressiva, Achior Ammonita consegnato a Israele
  • 8-16. Giuditta salva il popolo entrando nel campo nemico

Cap 1,1-2,20 Una guerra globale: il COVID non era forse l’avamposto di una guerra globale?

Descrizione di un’impresa di guerra terrificante con dettagli esagerati …Nabucodonosor non è re degli Assiri ma dei Babilonesi, Arpacsad è sconosciuto, la descrizione delle fortificazioni è eccessiva

La reazione del popolo è la paura e la resa, con un crescendo sia di paura e anche di violenza. Una specie di pausa a questo crescendo di violenza è costituita dall’accamparsi di Oloferne per un mese, che causa una specie di sospensione

(segue)

Pubblicato il Monasteri, Omelie, Perché muoiono i monasteri, Vita consacrata

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